Lo studio della complessità dei sistemi umani ha suggerito un approccio al problema della conoscenza radicalmente diverso da quello tradizionale, mettendo in evidenza il ruolo dell’osservatore e le sue scelte soggettive che determinano la “costruzione” della realtà. Alla definizione di questa linea di pensiero che intreccia risultati sperimentali e problematiche epistemologiche, hanno dato un contributo decisivo le ricerche di Gregory Bateson, Humberto Maturana, Francisco Varela, Norbert Wiener, Ludwig von Bertalanffy, Jean Piaget, Heinz von Foerster, ed Henri Atlan. Sono pertanto riferimenti essenziali per il piano di studi della Scuola di Specializzazione e per le premesse scientifiche esposte, gli autori suddetti. In modo particolare il modello scientifico della scuola si sviluppa in continuità con l’eredità del pensiero sistemico interpretato da Gianfranco Cecchin, di cui il Direttore Didattico Antonio Restori è stato assistente didatta alla fine degli anni 90’, che più di ogni altro scienziato e terapeuta in Italia ha saputo cogliere le intuizioni donate da Gregory Bateson.
La scuola di specializzazione si rivolge a medici e psicologi che lavorano in contesti centrati sulla relazione di aiuto o che stanno orientando il loro interesse verso queste esperienze professionali. Ci si riferisce a contesti elettivi deputati allo sviluppo della salute dei cittadini come i servizi socio-sanitari di area pubblica e privata convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale, includendo in essi un arco di settori della sanità che parte dalla Medicina Generale e che arriva alla Salute Mentale attraversando luoghi ove la sofferenza psichica può manifestarsi in diverse forme fisiche.
Le competenze cliniche psicoterapeutiche apprese dagli allievi nel corso quadriennale di specializzazione potranno essere declinate in modo funzionale alle attese di politiche socio-sanitarie attente ad un welfare orientato a concetti di reciprocità dove il cliente non è un consumatore di servizi ma una persona che matura una cittadinanza responsabile. I principi ispiratori fondanti gli orientamenti terapeutici della scuola sono dunque riferimenti che attingono anche dalle teorie più recenti della Psicologia di Comunità, della Sociologia, e dell’Antropologia culturale, ove i paradigmi della “patogenesi” vengono affiancati e superati dalle premesse presenti nelle intuizioni della “salutogenesi”.
Al termine del quadriennio, e in parte già alla fine del primo biennio, l’allievo impara a costruire ipotesi di intervento psicoterapeutico attraverso l’acquisizione di competenze precise nella lettura dei sistemi umani e sociali complessi (individuo-famiglia-istituzioni-territorio).
L’allievo acquisisce precise tecniche di intervento psicoterapeutico capaci di favorire e innescare processi di cambiamento efficaci, e non solo in ambito clinico.